#37
LA
STIRPE DI HULK
PARTE TERZA
NELLA
MENTE DEL KILLER
1.
L’espressione sul volto
dell’Incredibile Hulk rende chiaro a tutti i presenti quanto sia sorpreso nel
riconoscere il gigante blu che ha davanti.[1]
-Charlie
Colòn?- esclama -Non è possibile!-
-E invece è proprio
così, caro Bruce.- ribatte l’altro con sogghigno di pura malvagità -Sapessi che
piacere è per me ritrovarti dopo così tanto tempo.-
-Tu conosci questo…
mostro, Bruce?- chiede Rick Jones.
-Era il bullo della
mia scuola e ce l’aveva con me,…- risponde Bruce Banner -… poi un giorno è
scomparso e non ho più pensato a lui.-
-Ma tu sei sempre
stato nei miei pensieri.- replica il mostro blu -Ed ora, grazie al Capo, ho
tutto il potere che serve per ripagarti di tutto il male che mi hai fatto.-
-Il Capo? Avrei
dovuto capirlo che c’era lui dietro.-
In quel momento si fa avanti un
afroamericano dal fisico massiccio e il cranio rasato che indossa un completo
scuro e occhiali con lenti a specchio. Al suo fianco una donna dalla pelle
olivastra, lunghi capelli neri, alta, slanciata dalle gambe lunghe e
affusolate, che indossa una maglietta aderente che le lascia scoperto
l’ombelico, shorts e stivali. Entrambi impugnano delle strane pistole.
-Sono l’Agente
Speciale Pratt del F.B.S.A.- dice l’uomo -Lei è l’Agente Speciale Verdugo e tu…
Charlie Colòn o chiunque tu sia… sei in arresto.
L’altro scoppia in una sonora risata
e replica:
-Ma davvero? E con
quale esercito? E non chiamarmi con quel nome. Charlie Colòn non esiste più, io
sono Bomba A.-
Batte forte le mani e l’onda d’urto
che produce scaglia a terra tutti i presenti. Tutti tranne uno: Hulk.
Il generale in congedo Thaddeus E.
“Thunderbolt” Ross guarda fuori dalla finestra del suo ufficio al Pentagono. Consulente
sulle minacce superumane contro la sicurezza militare, un incarico che sembrava
un‘occasione per ricominciare, per fare qualcosa di utile, per rimediare agli
errori del passato ma si è rivelato meno facile di quanto avesse sperato.
La sua assistente entra con un
fascio di documenti.
-Le foto che aveva
chiesto, Signore.- dice -Se posso permettermi, avrebbe potuto scaricarle
direttamente sul suo computer risparmiando tempo.-
Ross abbozza un sorriso e replica:
-Sono un vecchio
dinosauro, preferisco ancora avere qualcosa che posso toccare.-
Prende in mano una foto e la
contempla in silenzio.
-Viene dalle
telecamere di sicurezza dell’aeroporto di Nizza, in Francia. Non è stato facile
ottenerle.- dice ancora l’assistente.
Ross
non l’ascolta. Guarda ancora la foto di sua figlia Betty in compagnia
dell’agente dello S.H.I.E.L.D. Clay Quartermain e per l’ennesima volta si
chiede cosa stia combinando.
Finirà
mai di pagare per i suoi errori?
Nel
suo ufficio al Coliseum Casinò di Las Vegas in Nevada, la proprietaria Suzy
Berengetti ha una sensazione di dejà vu: sullo schermo del televisore davanti a
lei si vede distintamente una donna dal fisico muscoloso con un attillato
costume rosso come i suoi capelli che le lascia scoperti una spalla e
l’ombelico che ferma a mani nude un’auto in corsa.
Ha
già visto qualcosa di simile poco tempo prima[2]
solo che in quel caso la donna era più giovane, appena una ragazzina, ed aveva
la pelle verde, per il resto le somiglianze sono evidenti.
Suzy
ha smesso da tempo di credere a certe coincidenze. Si rivolge all’uomo dal
fisico massiccio che è in piedi accanto a lei:
-Sean…-
-Ho capito.- la
interrompe lui con un sogghigno -Vuoi che te la porti. Nessun problema.-
2.
Roma, capitale
della Repubblica Italiana. L’uomo dal vestito elegante guarda un oggetto dentro
una teca di vetro: un vaso di antica fattura presumibilmente greca o forse di
un’epoca ancora antecedente.
-È lui,
finalmente.- sussurra -Dopo tutto questo tempo l’ho alfine trovato.-
L’uomo appoggia le mani sulla teca
quasi in un tentativo di toccare il vaso all’interno.
-Le piace?- gli
chiede un uomo con un completo grigio -Sono Giacomo Vincenzi, il direttore del
museo. Quel vaso è un piccolo enigma. Lo hanno trovato dei pescatori al largo
della Groenlandia. I nostri esperti sostengono che risalirebbe ad un epoca
precedente alla civiltà micenea.-
-Molto precedente,
lei non immagina quanto.- ribatte l’altro.
-Lei è un
intenditore, mi pare di capire.-
L’uomo sfodera un sorriso a 32 denti
e replica:
-Mi chiamo Tiberio
Ranno e sono un collezionista d’arte. Sono molto interessato a quel vaso,
vorrei acquistarlo.-
-Mi dispiace, ma
non è in vendita.-
-Temevo che
l’avrebbe detto. Dovrò usare maniere sgradevoli, temo. Emil, puoi venire per favore?-
Un uomo vestito di nero si avvicina
con aria minacciosa.
Il gigante blu guarda il gigante
verde davanti a lui e dice:
-E così ci siamo,
finalmente: ci batteremo ad armi pari tu ed io, Bruce.-
-Quando eravamo
ragazzi eri tu il più forte, Charlie.- ribatte Robert Bruce Banner -Eri anche
un bullo prepotente. Qualsiasi altra cosa esiste solo nella tua testa bacata.-
-MENTI!- urla
l’essere che un tempo era Charlie Colòn e si getta addosso a Hulk.
Non esageriamo dicendo che la forza
dell’impatto tra i due titani fa oscillare i sismografi vicini. I due si
scambiano colpi su colpi senza che nessuno abbia un chiaro vantaggio, poi Bruce
Banner indietreggia e dice:
-Come dicevo, non
sei cambiato Charlie: bullo eri e bullo sei rimasto. Ho sentito che sei diventato
un serial killer, non ne sono sorpreso. Sei sempre stato fuori di testa.-
-Taci!- urla
l’altro sferrandogli un pugno che l’altro para.
-Se non sbaglio, ti
avevano incastrato a New York ma dei valenti psichiatri hanno stabilito che non
eri più pericoloso e ti hanno rilasciato. Li hai ingannati proprio bene.-
-Era necessario:
dovevo uscire se volevo fartela pagare e ci sono riuscito.-
Bomba A spicca un balzo e piomba su Hulk
sbattendolo a terra poi inizia a stringergli la gola.
-Ho atteso questo
momento per anni.- proclama -Ora ti ucciderò!-
Il luogo è la nuova base segreta del
Pantheon da qualche parte tra il Nevada e il New Mexico e la ragazza che si
aggira per i suoi corridoi si chiama Lyra, semplicemente Lyra. Se usasse un
cognome potrebbe essere Banner perché dice di essere una sua figlia proveniente
da un futuro distopico in cui uomini e donne vivono separati ed in perenne stato
di guerra tra loro. Le governanti della Repubblica di Femizonia pensavano che
la nascita di una bambina con DNA di entrambi i sessi, la prima da generazioni,
potesse aiutare a porre fine alla guerra. Sbagliavano.
È venuta in quello che per lei è il
passato per trovare sua madre, la guerriera Thundra, dispersa, ed invece ha
trovato suo padre, poi le è capitata una cosa strana e del tutto nuova per lei:
improvvisamente da essere alta due metri circa, dal fisico possente e dalla
pelle verde, è diventata una comune quindicenne umana. Non sapeva che potesse
succedere ed ora si chiede se tornerà mai come prima.
Una cosa che la accomuna a tutte le
adolescenti di qualunque epoca è la curiosità e così non c’è da sorprendersi se
apre una porta
Quel che trova è una giovane donna
dai lunghi capelli biondi completamente nuda e seduta nella posizione del loto.
Ha gli occhi chiusi e non sembra essersi accorta di lei… o sì?
-Il marchio.- dice
improvvisamente -Il Signore delle Tenebre lo userà per portare il caos sui nove
mondi.-
Lyra non ci ha capito molto ma il
tono di voce della donna era decisamente poco rassicurante.
3.
Rick Jones osserva i due contendenti
chiedendosi se intervenire, ma si accorge che il marchio sulla sua mano non
brilla più.
-Proprio il momento
meno adatto.- borbotta -Un giorno di questi dovrò proprio cercare di capire
come funziona quest’affare.-
Alle sue spalle Puma si rivolge a
Corvo Nero:
-Non mi piace fare
solo da spettatore. Dovremmo intervenire.-
-Dammi ascolto: non
è ancora il momento. Il destino deve ancora compiersi.-
-Io gli darei una
mano.-
Puma fa un cenno col capo a Texas
Twister che risponde con un occhiolino.
Clay Quartermain segue Betty Ross
all’interno del vecchio palazzo romano adattato a museo ed ancora una volta si
chiede se ha fatto la cosa giusta a darle fiducia. Non è più la Betty Ross che
conosceva e non è certo che il cambiamento gli piaccia.
Improvvisamente odono il rumore di
qualcosa che s’infrange seguito da un urlo e poi spari. Clay estrae la sua
pistola d’ordinanza e corre dietro a Betty.
Quando raggiungono il salone da cui
è provenuto l’urlo, vedono uomini a terra, il gigante chiamato Abominio e
l’uomo biondo con in mano il vaso da lui bramato.
-Tyrannus!- esclama
Quartermain riconoscendolo.
-Troppo tardi.-
ribatte quest’ultimo con un sorriso di trionfo -Il vaso è mio, non potete più
fermarmi!-
-Lo vedremo.-
replica Betty e si trasforma in una muscolosa gigantessa verde.
Hulk sente il respiro mancargli ma
non permetterà mai ad uno come Charlie Colòn di batterlo. Afferra i polsi del
suo avversario e lo costringe inesorabilmente a mollare la presa, poi lo spinge
lontano.
-Ti è andata male,
Charlie.- gli dice con un sorrisetto ironico -Non lo sapevi che Hulk è il più
forte che c’è?-
-Ancora mi prendi
in giro?- ribatte l’altro carico d’ira -Non te lo permetto!-
Nel momento stesso in cui spicca di
nuovo un balzo Puma urla:
-Ora!-
Texas Twister gira su
se stesso provocando un mini tornado che avvolge Charlie Colòn portandolo via.
Banner
si rivolge a Puma:
-Che diavolo hai
fatto?-
-Ho spostato la
battaglia in un luogo dove i civili non si faranno male, ti dispiace forse?-
Invece di rispondergli, Hulk compie
un balzo in direzione del tornado.
-Lo seguiamo,
capo?- chiede Red Wolf.
-Ovviamente sì.-
risponde Puma -Non lascerò a Hulk tutto il divertimento.-
-Divertimento, lo
chiama.- borbotta Phantom Rider
Il gruppo dei Rangers si muove. Dopo
meno di un secondo di esitazione Rick Jones e la squadra del Pantheon si
muovono a loro volta.
4.
C’è una caratteristica comune a
quasi tutto il Sud Ovest americano ed è il deserto. Anche nel caso di Salt Lake
City non bisogna fare molta strada per trovarlo, basta praticamente uscire dai
confini della città.
È qui che Texas Twister, diminuendo
la forza del suo tornado, lascia cadere Charlie Colòn alias Bomba A.
-Che cosa hai
fatto?- urla quest’ultimo all’indirizzo del Ranger.-Ti ammazzo!-
-Hai un vocabolario
limitato, lo sai, Charlie?-
Con
un tonfo che si sente a chilometri di distanza Hulk atterra di fronte a Charlie
e gli sferra un diretto al mento che lo scaglia lontano.
-Certe
soddisfazioni non hanno prezzo.- dice Banner sorridendo, poi si rivolge a Texas
Twister -Tu ed i tuoi amichetti statene fuori, questa è una questione
personale.-
Drew
Daniels si morde le labbra. Mettersi contro Hulk non è mai consigliabile,
tuttavia Puma è stato chiaro: il serial killer gammairrradiato è anche affar
loro.
-Siamo dalla stessa
parte, amico.- dice infine.
-Questa è buona.-
ribatte Hulk e salta di nuovo.
-Perché mi sono
cacciato in questo pasticcio?- borbotta Texas Twister e comincia a girare su se
stesso.
La ragazza dai capelli verdi chiude
la comunicazione. Ha fatto quel che poteva, ha avvertito Nick Fury del
pericolo, ora sta a lui agire.[3]
-Tutto a posto,
Thasanee?-
La voce alle sue spalle la fa quasi
sobbalzare sulla sedia. Ostentando calma si gira verso la donna entrata nella
sua stanza, consapevole che se fosse arrivata poco prima la sua copertura
sarebbe saltata con imprevedibili conseguenze.
-Ti ho già detto
tante volte che il mio nome è Carmilla.- ribatte.
-Sei mia figlia e
quello è il nome che ti ho dato quando sei nata.- replica la Dottoressa Monica
Rappaccini, Scienziata Suprema dell’A.I.D.[4]
-Ovvero appena
prima di abbandonarmi e darmi in adozione, una vera campionessa dell’istinto
materno.- ribatte Carmilla Black, nome in codice Scorpia.
-Me lo rinfaccerai
ancora per molto? In fondo, quando i tuoi genitori adottivi sono morti, ti ho
accolta con me, non è un’ammenda sufficiente?-
-Ma hai fatto di me
la tua superkiller, “mammina”. Mi viene da chiedermi se hai mai fatto qualcosa
che non fosse dettato dal tuo tornaconto.-
Monica Rappaccini sembra davvero
colpita da quelle parole. La ragazza il cui nome in codice è Scorpia esita.
Forse ha esagerato, pensa. Non può permettere che sua madre scopra il suo
doppio gioco proprio adesso, ma quanto potrà reggere allo stress?
Hollywood Babilonia, così il celebre
quartiere di Los Angeles fu definito anni fa in un libro che ne narrava gli
scandali e i segreti. Le cose non sono molto mutate da allora, anche se
Hollywood non è più il centro del mondo cinematografico .
Gli abitanti di questa città
cosmopolita sono ormai abituati alle cose più strane ed anche a veder girare
per le loro strade un bel po’ di cosiddetti supereroi e supercriminali in variopinti
costumi. Ciò non vuol dire che la vista di una donna alta due metri dal fisico
scolpito che indossa un attillato costume rosso come i lunghi capelli tenuti
fermi da una tiara argentata non provochi una certa curiosità.
La donna in questione, il cui nome è
Thundra, proviene dallo stesso futuro distopico di cui è nativa Lyra ed è
destinata a diventarne la madre, un evento che se per Lyra è storia, per
Thundra non si è ancora verificato. Paradossi dei viaggi nel tempo.
Dopo aver passato un po’ di tempo in
compagnia della misteriosa superumana che si fa chiamare Skein, con cui ha
condiviso un’avventura in Germania per conto della Justice Inc.,[5]
e che le ha mostrato lati di Los Angeles che lei non avrebbe potuto immaginare,
Thundra si ritrova ad esplorare da sola la grande metropoli così diversa dalle
città del suo mondo in guerra.
L’uomo che la osserva da un tetto vicino
sorride. Non è stato difficile trovarla, pensa, non è certo un tipo che passa
inosservata.
Senza
sforzo, l’uomo dal fisico palestrato salta dal tetto, piomba su un terrazzino
sottostante e da lì balza a terra. È piuttosto ovvio che non è un uomo normale.
Indossa un costume rosso bianco e blu. Sul corpetto azzurro le tredici stelle
della bandiera originale della rivoluzione e, sotto, strisce orizzontali
alternate bianche e rosse, guanti e stivali sono bianchi, maniche e gambe,
invece rossi, il volto è coperto da un semplice cappuccio che lascia scoperta
solo la parte inferiore del viso, al polso uno scudo triangolare, in tutto
simile a quello originale di Capitan America.
-Ehi, è U.S.Agent
quello?- esclama un passante vedendolo.
-No.- risponde un
altro -È un altro buffone in costume.
-Come se non ce ne
fossero già abbastanza.- replica un altro.
-Dovrebbero
proibire a questa gente di usare la bandiera come costume.-
L’uomo sceglie di ignorare i
commenti mentre si avvicina a Thundra,
-Ehi amica…-
comincia a dire.
Thundra non lo lascia finire e gli
sferra un potente diretto che l’altro para appena a tempo con lo scudo, anche
se viene sbilanciato dall’urto e cade all’indietro.
-Perché deve sempre
andare così?- borbotta rialzandosi e gettandosi alla carica.
5.
Quando i titani combattono l’eco del
loro scontro si sente in tutto il Mondo. Lo scontro tra Hulk e Bomba A forse
non arriva a questi livelli ma è sicuro che viene sentito fino alla periferia
di Salt Lake City.
Il Detective Jacob Raven non immaginava
certo che si sarebbe arrivati a questo quando ha cominciato l’indagine sul
serial killer superumani ma è rassegnato all’inevitabile.
Alle sue spalle l’Agente Speciale
del F.B.S.A. Sandra Verdugo si rivolge al sua collega Pratt:
-Interveniamo o
lasciamo che sia Banner a fare il lavoro sporco per noi?-
-Immischiarsi in
uno scontro tra superesseri non è mai salutare.- risponde Pratt aggiustandosi
gli occhiali da sole -Vediamo come va e poi ci prenderemo cura del vincitore.-
I Rangers arrivano in tempo per
vedere Hulk sbattuto lontano da un pugno di Bomba A. Il lupo di Red Wolf balza
addosso al gigante blu.
-Lobo, no!- esclama l’eroe Cheyenne.
Troppo
tardi: il lupo attacca Charlie Colòn cercando di azzannarlo alla gola ma senza
esito.
-Fila via, brutto cagnaccio!-
grida Charlie.
Afferra il lupo per la collottola e
lo scaglia lontano. Il fiero campione del popolo Navajo conosciuto come Aquila
Americana spicca un balzo e riesce ad afferrare Lobo a mezz’aria per poi
ricadere poco lontano.
-Amico, non mi è mai
piaciuto chi se la prende con gli animali. La cosa mi fa davvero arrabbiare.-
Bruce Banner torna all’attacco e
colpisce con rinnovata furia: un colpo dietro l’altro senza dar tregua al suo
avversario.
-La sai una cosa,
Charlie?- gli dice -Più Hulk si arrabbia e più forte diventa, e adesso sono
molto arrabbiato.-
-Mi sento la
proverbiale quinta ruota del carro.- commenta Ulisse del Pantheon guardando lo
scontro -Mi chiedo a che serviva la nostra presenza.-
-Di fronte al
potere di Hulk tutto il resto impallidisce.- è la replica di Caiera
l’Impetuosa.
-La cosa non mi
rende più tranquillo.- aggiunge Puma.
-Il destino sta per
compiersi.- dice in modo criptico Corvo Nero.
Un altro pugno ed ancora un altro.
Charlie Colòn crolla sulle sue ginocchia.
-Non è giusto, non
è giusto.- piagnucola.
-Ora sai cosa si
prova ad essere quello che le prende.- ribatte Banner.
Alza i pugni per vibrare il colpo di
grazia, un colpo che avrebbe spaccato la testa di chiunque altro ma che si
limita a far perdere i sensi a Charlie Colòn che si abbatte al suolo e poi
torna in forma umana.
-Finalmente è
finita… per te, Charlie.-
Il suo avversario non è più in grado
di rispondergli.
Gli Agenti Pratt e Verdugo
ammanettano Charlie Colòn e gli infilano un collare, poi Pratt gli inietta qualcosa
in vena.
-Un gamma
soppressore, tanto per stare tranquilli.- spiega -Un progetto suo, Dottor
Banner, se non vado errato.-
-Me lo ricordo.-
replica Hulk –L’ho sviluppato quando lavoravo per voi a Los Angeles. Mi auguro
che la dose sia sufficiente. Non sappiamo praticamente nulla del metabolismo di
Charlie dopo la sua trasformazione.-
-A questo penseremo
a tempo debito. Adesso io e l’Agente Verdugo dobbiamo pensare al nostro altro
compito.-
-Che vuol dire?-
chiede Rick Jones indicando l’ancor svenuto Colòn -Non eravate qui per lui?-
-Siamo stati
dirottati qui da un altro caso.- spiega Sandra Verdugo -In realtà stavamo
cercando te.-
-Me?- Rick è
davvero sbalordito.
-Abbiamo l’ordine
di prenderla in custodia in quanto pericolo per la sicurezza nazionale.-
aggiunge Pratt -Le consiglio di venire con noi pacificamente, Mr. Jones.-
Rick non sa cosa dire.
CONTINUA
NOTE
DELL’AUTORE
Quasi nulla da dire. Appena il caso
di ribadire che il look ed il nome di battaglia di Charlie Colòn sono gli
stessi assunti da Rick Jones in un ciclo di Hulk che personalmente preferisco dimenticare,
anche se gli ho rubato qualche idea. Nessuno è perfetto. -_^
Grazie ancora a Fabio Volino per
l’uso di Charlie Colòn. Il suo destino è stato diverso da come lui l’aveva
immaginato ma, per citare lui stesso: è questo il bello di un universo
condiviso. -_^
Nel prossimo episodio tanta di
quella roba che non saprei da che parte cominciare a parlarne. Tornate qui e
scopritela.
Carlo